Oggi vi racconto una storia, la storia di Riccardo (cuore di leone).
Riccardo ha deciso da solo la sua data di nascita in un giorno d’estate con un cesareo d’urgenza in quanto podalico.
Esattamente lo stesso giorno e lo stesso mese ma cento anni dopo la nascita del suo bisnonno.
Se non fosse iniziato il travaglio, sarebbe dovuto nascere 2 giorni dopo.
Durante l’intervento però il chirurgo un po’ maldestro, pensando probabilmente di estrarlo dalle macerie, gli ha rotto il femore della gamba sinistra.
Ma non una piccola frattura a legno verde come aveva tentato di giustificare, ma proprio spezzato in due parti al terzo medio prossimale!
E così Riccardo iniziò la sua vita…
Riccardo è stato costretto per un mese a rimanere in ospedale senza la sua mamma e il suo papà, immobilizzato nella sua culletta con la gamba in trazione.
Finalmente dopo un lungo mese di andirivieni quotidiano con l’ ospedale, i genitori lo hanno potuto portare a casa seppur con la gamba ingessata dalla vita in giù.
Le cose poi hanno preso il verso giusto e Riccardo è cresciuto con l’ amore dei suoi genitori.
La scuola materna
Riccardo ha iniziato a frequentare il primo anno di asilo a 3 anni e 3 medi circa, dopo un anno dalla nascita della sorellina Asia.
È sempre stato un bambino riservato e riflessivo ma allegro, gioioso e contento di stare con gli altri.
La scuola primaria: le eruzioni cutanee e il balbettare
All’età di 6 anni era entusiasta, come spesso lo sono i bambini, di andare alla “scuola dei grandi “.
È lì che però ha iniziato ad avere delle difficoltà ed ha iniziato a spegnersi la gioia di andare a scuola.
Ma la mamma e il papà, all’ epoca, non avevano colto i segnali di malessere.
Giunti in seconda primaria, Riccardo manifestò evidente disagio accompagnato da forti eruzioni cutanee e dal balbettare che emergevano solo durante la scuola.
Così la mamma preoccupata, oltre che a parlarne con il pediatra, andò a parlare con le maestre che la “rassicurarono” dicendole che c’erano bambini che facevano cose peggiori, causandosi addirittura il vomito.
Fu quello il momento in cui la mamma perse ogni briciola di fiducia nelle maestre.
A scuola si doveva pur andare e così, compensando con l’ amore della famiglia, Riccardo si fece anima e coraggio.
Un giorno però, mentre faceva i compiti con la mamma, iniziò a piangere disperato dicendo di essere stupido e di voler morire.
Alla mamma crollò il mondo addosso!
Un bambino di 7 anni, non può dire di voler morire!!!
Riccardo poi racconto alla mamma che le maestre continuavano a dargli dello stupido, che gli dicevano ci fai o ci sei e che se faceva un compito giusto, gli dicevano che aveva copiato o che aveva tentato di indovinare.
Così, la mamma iniziò a documentarsi e scopri che esisteva il disturbo dell’ apprendimento.
Andò dalle maestre, piuttosto allarmata e arrabbiata e loro, non solo negarono dando del bugiardo al figlio, ma dissero che non aveva nessun disturbo ma che era solamente geloso della sorella minore.
Il cambio di scuola: terza primaria
La terza elementare naturalmente iniziò in un’ altra scuola.
La maestra subito accolse i dubbi della mamma e la invitò ad approfondire.
Riccardo risultò disgrafico, disortografico, discalculico, con disturbo dell’ attenzione e emotivo (come dargli torto).
Risolto il problema della maestra che era attenta e premurosa, inizió il tam tam di professionisti sanitari tutti pagati dalla famiglia.
Logopedia.
“Con qualche anno di logopedia ed esercizi mirati avrà sicuramente dei miglioramenti.”
Neuropsiomotricità
“È importante lavorare sulle funzioni esecutive. Non è possibile stabilire quando interrompere la terapia ma negli anni migliorerà “.
Psicoterapia.
“Ha un autostima davvero scarsa e bisogna lavorarci!”
La mamma iniziò a domandarsi: Ma mi hanno detto che i DSA non sono una malattia, perché devono lavorarci tutti questi professionisti sanitari???
Asia inizia la scuola primaria
Nel frattempo Asia, la sorellina più piccola, aveva iniziato la prima elementare nella nuova scuola del fratello e le maestre lungimiranti, a metà anno allettarono la mamma, riguardo le sue difficoltà nella lettura e nella scrittura.
Fecero vedere alla mamma che addirittura le stavano insegnando a leggere facendo il disegno della parola sulla lettera C(CANE) A(ALBERO) S(SERPENTE) A(ALBERO).
Solo anni dopo la mamma scoprí che queste maestre eccezionali stavano utilizzando la CAA (Comunicazione Aumentativa Alternativa). ❤️
E così anche Asia, che effettivamente aveva iniziato a parlare un pochino in ritardo, iniziò anche lei la sua bella logopedia a spese della famiglia.
In ogni caso l’anno trascorse sereno.
Riccardo, grazie alla maestra ed ai nuovi compagni acquistó un pochino di fiducia ed Asia andava con gioia a scuola senza mai voler saltare un giorno.
Il trasferimento in un’altra città ed un nuovo cambio di scuola
Purtroppo tutte le cose belle prima o poi finiscono.
La famiglia di Riccardo ed Asia infatti fu costretta a trasferirsi di città.
Fu così che i genitori, ormai abbastanza informati, di misero alla ricerca di una nuova scuola che fosse inclusiva.
Scopriranno dopo che il termine “scuola inclusiva” usato dalla stessa scuola, lascia il tempo che trova.
Riccardo iniziò la quarta elementare e, nonostante la maestra non fosse di ruolo, si trovó davvero bene anche con i compagni fino alla fine della scuola primaria.
Asia invece fu stavolta più sfortunata.
Naturalmente inizió la seconda elementare nella stessa scuola del fratello ma la maestra era una “strega”.
Se ne fregava delle difficoltà di Asia che piangeva ogni giorno disperata perché non voleva andare a scuola.
Così a gennaio Asia cambiò plesso, classe e maestra.
E lí finalmente fu accolta con amorevolezza.
Fu lì che i genitori si resero conto che la scuola è solo questione di fortuna!
Nel frattempo il pomeriggio si aggiunse per entrambi i figli, anche la figura della tutor, che come avevano consigliato, doveva essere anche psicologa così avrebbe fatto 2 cose in 1! 😱
Per “fortuna” arrivó il lookdown.
La famiglia si fermò e si ritrovarono nella loro intimità. Niente più logopedista, psicologa, neuropsicomotricista e tutor!!! 💪
La scuola secondaria di II grado: il disastro e le lotte contro un sistema scolastico incompetente
Riccardo terminò la scuola primaria.
Essendosi trovato bene alle elementari e avendo fatto già troppi cambiamenti, i genitori decisero di iscriverlo alle scuole medie nello stesso Istituto Comprensivo.
Al passaggio di ciclo fecero nuovamente fare una valutazione, a proprie spese , a Riccardo e visti i codici della diagnosi, si decise di affiancargli il sostegno.
La madre, ormai esperta di PDP e legge 170, si ritrovò a dover studiare la legge 104 ed il PEI.
La prima media non iniziò benissimo.
La professoressa di matematica lo etichettò come svogliato, la prof di spagnolo pretendeva facesse le mappe a mano (nonostante l’importante disgrafia), la prof di inglese gli faceva le interrogazioni sui verbi irregolari a memoria e trascriverli alla lavagna.
Nessun compito semplificato, nessuna riduzione tranne che spesso tempo aggiuntivo per le verifiche durante la ricreazione, nessun carico di lavoro a casa ridotto e un‘insegnante di sostegno che aveva apertamente detto alla madre di non aver mai insegnato a scuola e di aver fatto richiesta tramite Mad per arrotondare lo stipendio del lavoro pomeridiano in palestra.
E come ciliegina sulla torta, un gruppo classe disunito con bulletti e bullette.
I genitori vissero i primi 2 anni delle scuole medie di Riccardo ad inviare email, PEC, contattare il MIUR, l’ ufficio scolastico, avvocati ecc. ottenendo solamente da parte degli insegnanti, di fregarsene di loro figlio e mettergli voti alti a prescindere dal suo apprendimento in maniera tale di mettere a tacere la famiglia.
Riccardo nonostante tutto non voleva però sentire parlare di cambiare scuola. Aveva paura di affrontare un nuovo cambiamento.
La ricerca del “tutor specializzato”
La mamma e il papà però avevano bisogno di aiuto per lo studio di Riccardo.
Vari tutor “specializzati” passarono per la loro casa, spendendo tanti soldi ma senza un minimo di competenza, se non sulla carta.
Selezionarono così delle giovani studentesse per fare da tutor.
Fu così che in casa arrivò Sara.
Fu una ventata di freschezza per tutti.
Sara era svelta, veloce, creativa, fresca di studi, di una generazione vicina a Riccardo ed Asia e non esigeva di cifre stratosferiche.
La mamma di Riccardo, che nel tempo aveva intrapreso studi pedagogici, oltre ai vari master sui dsa ecc, guidava e consigliava Sara sul tipo di approccio e di metodo, lasciandoli comunque liberi di sperimentare.
E con grande fatica emotiva, la seconda media finalmente terminò.
L’ulteriore cambio scuola in terza media
A Settembre, con l’ inizio del nuovo anno scolastico, Sara disse alla famiglia di Riccardo e di Asia, che purtroppo per motivi personali, non avrebbe potuto più seguirli.
Decisero così, per non ricominciare il calvario della ricerca del tutor, di non affidarsi proprio a nessuno.
La mamma infatti aveva tutte le competenze per aiutarli!
Riccardo ed Asia accettarono di buon grado la cosa, ma mentre Asia iniziò la prima media in un altro istituto comprensivo dove si trovava benissimo ed era felicissima (ritorna la fortuna) Riccardo stava sempre peggio fino a che decise di non voler più mettere piede in quella scuola.
I genitori subito si mossero per cambiarlo.
Oggi Riccardo frequenta ancora la terza media ma in una scuola nuova.
La sua timidezza non lo aiuta di certo a creare nuove relazioni con i pari, ma gli insegnanti lo hanno accolto a braccia aperte, dandogli fiducia, rispettandolo e spronandolo a superare quelli che lui pensa siano i propri limiti.
Il futuro?
Con l’aiuto ed il sostegno della famiglia, Riccardo ed Asia molto probabilmente riusciranno a fare grandi cose nella vita ma la cicatrice rimarrà sempre aperta.